Progetto: La Scuola che verrà

Dove: L’area coinvolta comprenderà le zone 7 e 8 di Milano e alcuni paesi del Rhodense. In particolare coinvolgeremo (da Sud a Nord) i quartieri di Quarto Cagnino/Piazza d’armi, San Siro (quadrilatero Erp), Portello, (Gallaratese), Cagnola, Pantanedo, Mazzo di Rho.

Quando: da ottobre 2020

Destinatari: Istituti scolastici elementari e medie inferiori

Con chi: Capofila Associazione Banda dei Pirati; Partner, Associazione Compagnia Africana APS, Il Telaio delle Arti, Alfabeti onlus e l’associazione Upre Roma e finanziato all’interno del bando “Progetti Enti Associati – Sostegno alle attività di volontariato – Terzo Settore”

Stato: in corso, sino a ottobre 2021

Attività: Questo progetto nasce nel contesto della chiusura delle scuole, a causa delle misure in risposta all’epidemia di CoronaVirus.

Le scuole, spesso, sono abitate da una appassionata comunità educante che in questo periodo ce la sta mettendo tutta. Le scuole che sorgono in quartieri a forte tasso di povertà educativa sono luoghi dove l’impossibile si fa tutti i giorni, quotidianamente, e che riguardano i bisogni più essenziali. Eppure tutto questo non basta. Non basta di solito, certamente non basta adesso.

La didattica a distanza, la diminuzione del tempo-scuola e delle relazioni sociali producono enormi disuguaglianze e disparità, aumentando le differenze già presenti.

La Pandemia ha messo a nudo molte fragilità della scuola: gli spazi inappropriati (pochi all’aperto e spesso per nulla innovativi), i rischi connessi all’abbandono completo della medicina scolastica, la cronica carenza di organico e la mancanza di percorsi adeguati di aggiornamento.

Ha anche reso evidente che una scuola che non parli di ecologia, di sostenibilità, di distruzione delle risorse, di interdipendenza tra i paesi del mondo, di disuguaglianze e di società, sarebbe una scuola davvero a distanza, irraggiungibile. Fuori dal mondo. Incomprensibile. Perché il mondo è prepotentemente entrato in casa nostra e ci ha chiusi dentro, a fare i conti con la distruttività della nostra specie e di alcuni aspetti dei nostri modelli di sviluppo.

Il progetto si propone di intervenire su diversi plessi scolastici, proponendo attività di sostegno allo studio e sperimentazioni educative rivolte principalmente a contrastare la povertà educativa.

Laddove c’era già la povertà educativa e l’abbandono scolastico, prima del lockdown, la situazione è divenuta drammatica. anche a causa dell’assenza delle risorse a casa. Edmondo De Amicis scrisse che <Una casa senza libreria è una casa senza dignità, ha qualcosa della locanda, è come una città senza librai, un villaggio senza scuole, una lettera senza ortografia>. In alcune famiglie e addirittura in alcuni quartieri questi termini di paragone rischiano di accadere contemporaneamente. Migliaia di minori si ritroveranno di nuovo senza scuola, senza librerie, senza progressi perfino nell’apprendimento della lingua italiana.

In questi contesto, il ruolo di organizzazioni che operano nel terzo settore, a supporto e integrazione del sistema scolastico, è da sempre fondamentale per contribuire allo sviluppo di comunità educanti all’altezza della sfida e per intervenire nei confronti dei target più fragili.

La scuola che verrà, nasce per proporre attività ed esperienze di qualità, con lo scopo di rompere i ghetti urbani: il modo migliore per farlo è creare in periferia servizi migliori di quelli che si trovano nelle zone considerate privilegiate. Per realizzare questi servizi di qualità si lavorerà su:

– la città (con i suoi spazi) che si apre alla scuola;

– i curricula educativi, sull’educazione vicina alla vita quotidiana e alle sfide del presente attraverso percorsi formativi sulla geografia, l’ecologia, educazione sessuale e all’affettività;

– la lezione del Lockdown e delle nuove tecnologie al servizio della scuola.

Il progetto è suddiviso in tre diverse strategie/macro azioni per affrontare i bisogni descritti nello slot precedente che sono quelli più urgenti se si vuole evitare che questo periodo di incertezza per la scuola si traduca in un danno irreversibile per alcuni.

La prima strategia è quella della “SCUOLA CHE TI ASPETTA”, è orientata all’inclusione: l’obiettivo è anticipare e individuare situazioni di fragilità e di bisogno determinate anche dalla situazione di emergenza per la Pandemia COVID-19 e che possano coinvolgere anche fasce di popolazione particolarmente esposte

Scopo di questa azione è di dedicare risorse specifiche a quegli alunni o a quelle famiglie che a causa di condizioni abitative difficili e di estrema povertà, ma anche a causa dell’assenza di strumenti culturali e relazionali, vivono l’assenza della scuola in maniera particolarmente dolorosa che porta spesso sino all’abbandono scolastico.

La seconda strategia è orientata a rafforzare “LA SCUOLA IN RETE” ciò che di buono abbiamo imparato nel corso di questa fase così difficile. L’obiettivo è promuovere l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del terzo settore.

Se la scuola può imparare una lezione è quella della rapidità e dell’efficacia della rete nel mettere in comunicazione le case, le famiglie, l‘istituzione scolastica e gli insegnanti. Tuttavia bisogna anche sapere che la maggior parte degli istituti non era pronto a questa sfida e che molte famiglie non hanno spazi e strumenti adeguati per affrontare la Didattica a distanza e nemmeno qualunque altra forma di “scuola in rete”. Per questo il progetto prevede lo sviluppo di contenuti da diffondere online, mirati a colmare il gap delle famiglie che non posseggono una connessione adeguata o un numero di Tablet sufficiente.

La terza strategia si chiama “LA SCUOLA_CITTA’” è orientata a rafforzare e sviluppare le abituali attività degli enti delle reti di partenariato, ma riconducibili ad attività straordinarie svolte come risposta alla situazione di emergenza per COVID-19. La scuola non è soltanto il luogo in cui si apprendono i saperi cognitivi fondamentali; leggere, scrivere, far di conto, accompagnati da nozioni via via più complesse. La scuola è anche il principale spazio relazionale di interazione e fiducia, un luogo in cui viene alleviata la sofferenza psicologica legata all’isolamento e in cui, assieme ad altri, si passa del tempo all’aperto nel cortile.

Con questa idea di educazione a tutto tondo “nel mirino” le organizzazioni coinvolte sono impegnate a proporre un curriculum che includa l’arte, l’intercultura, la narrazione orale e la pedagogia all’aperto per valorizzare gli approcci che ci possono aiutare a completare il compito immane che ha oggi una scuola disorientata.

 

Compagnia Africana nell’ambito del progetto assume il compito di sviluppare specifici contenuti di qualità da diffondere attraverso strumenti e canali digitali. Contenuti di digital education, basati su specifici storytelling, con lo scopo di coinvolgere e interagire con i ragazzi.

La figura del GRIOT, un cantastorie della tradizione africana, introdurrà i giovani e giovanissimi al racconto, a comprendere l’importanza della narrazione, della letteratura orale, con momenti dedicati alla poesia, alle fiabe, al ritmo musicale, al significato che queste storie, favole, parole contengono e vogliono trasmettere, puntando soprattutto sui valori e sulla morale.